Continua il ping pong tra l’assessore Tommaso Cesareo e il consigliere di minoranza Carmine Quercia. Dopo la nota pubblicata ieri da quest’ultimo, dal titolo La coerenza dell’incoerenza, arriva la risposta di Cesareo che scrive: “Mi riesce facile, visti gli argomenti, rispondere alle argomentazioni cervellotiche, arroganti e offensive, tipiche del bambino viziato, del consigliere Quercia, il quale ha la presunzione di impartirmi lezioni di coerenza, e di galateo istituzionale, quando il suo percorso politico è costellato di doppi giochi e incoerenza.
1) L’incoerenza: secondo Quercia io sarei passato da destra a sinistra solo perché oggi faccio parte di un movimento autonomista (L’Italia del Meridione) che rompe gli schemi, ormai logori, della politica, e che costruisce le alleanze su basi esclusivamente programmatiche, e non su formule precostituite. Incoerente, invece, è chi serve due padroni: il partito e il “datore di lavoro”, soggetti perennemente in contrasto. Come faccia, il consigliere, a districarsi in questo labirinto, è cosa nota a tutti! Incoerente è chi scambia la politica per un Centro per l’Impiego. L’incoerenza è di quelli che rinnegano quel che prima hanno sostenuto pur di restare in piedi…
2) Lo stile istituzionale: non ho bisogno di lezioni per capire che è buona abitudine invitare a convegni e dibattiti gli avversari politici. Non è questo che rimprovero al consigliere Quercia. Ho messo in evidenza, semmai, l’incoerenza di chi invita il sindaco ad un convegno sulla trasparenza e legalità dopo averlo accusato di favorire la “malapolitica” e l’illegalità. È come invitare, con il ruolo di ospite d’onore, un pedofilo ad un convegno contro la pedofilia (fatte le debite differenze, ci mancherebbe!). Anch’io, caro ragazzo, sono stato un consigliere di minoranza. Ma non ho mai denigrato la mia città, dicendo che la sei giorni della fiera è stato un fallimento, mentre è stato riconosciuto da tutti il grande successo. Non mi sono fatto fotografare ad un’altra festa patronale, disertando quella della mia città.
3) Le storie personali: non si azzardi il “piccolo” Quercia a sindacare su la mia storia personale, vissuta all’insegna della lealtà, dell’altruismo e dell’amore sconfinato per la mia città!
PS: l’unica amarezza leggendo quel post, me l’ha provocata un “mi piace” cilccato da chi ha conosciuto da vicino, da molto vicino la mia storia personale!”.
Ricordiamo che il tutto è nato da una nota pubblicata su Facebook dal Gruppo PD-Alleanza Popolare per Cetraro che, insieme a Uniti per Cetraro, ha evidenziato come l’Amministrazione comunale abbia affidato, con un’apposita determina, una “consulenza al cognato del sindaco per l’accatastamento delle aree portuali“. Sulla vicenda, poi, è intervenuto anche il Consigliere Regionale, nonché ex sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta che, in un post dal titolo Aita non c’entra nulla! ha spiegato, tra l’altro, che “l’accatastamento del porto inizia all’epoca in cui ero Sindaco […] Il Geometra Salvatore Abbate fu contattato dall’ufficio tecnico del Comune perché aveva in passato, in qualità di collaboratore e assistente tecnico del Prof. De Santis, progettista e direttore dei lavori, già redatto l’accatastamento della darsena per il completamento del porto turistico […]”.